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Etiam periere ruinae... qui sono scomparse perfino le rovine
L'area archeologica della città di Thapsos

by Salvo Maccarrone

Quest’area archeologica è recintata e il suo accesso è possibile dopo aver ottenuto i relativi permessi da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Siracusa.

Fine anni ’60:Giuseppe Voza identifica l’area della città di Thapsos

Tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta, dopo i primi indizi di Luigi Bernabò Brea  [Luigi Bernabò Brea,Thapsos,Primi indizi dell’abitato dell’Era del Bronzo,in Adriatica preistoria et antiqua miscellanea Gregorio Novak dicata,Zagabria 1970] suo predecessore,è Giuseppe Voza [Giuseppe Voza,Thapsos,Resoconto sulle  campagne di scavo del 1970-71,Atti della Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria,XV,1973] ad identificare inequivocabilmente l’area della città di Thapsos:dal terreno, anche se lacunose e discontinue,iniziano ad emergere tracce di strutture murarie,limitate essenzialmente alle fondazioni. E’ quanto basta per allertare archeologi e studiosi che prendono parte ad attività di prospezione e scavi in Italia e all’estero.

Tali reperti, attraverso una complessa interpretazione, hanno poi permesso di comprendere, per la prima volta in Sicilia,le dinamiche dell’evoluzione di un abitato:dal villaggio al sorgere del fenomeno urbano con un anticipo di almeno cinque secoli rispetto alla fondazione delle più antiche colonie greche. 

L’abitato occupa un’area di circa 1 km

L’abitato sinora identificato ed esplorato si estende sulla fascia del suolo pressochè pianeggiante che domina l’istmo e la spiaggia.Esso occupa una vasta area di circa 1 km di lunghezza e larga dai 30 ai 250 metri,protetta ad oriente dalla falesia che lo delimita in maniera naturale.Dall’esame di ceramiche locali e di importazione nonchè delle tipologie ciostruttive,è stato possibile determinare alcuni approssimati limiti cronologici.Pertanto lo sviluppo dell’abitato di Thapsos è stato suddiviso in tre distinte fasi che coprono un’arco di tempo che va dalla fine del XV al IX sec.a.C.

La Prima Fase dell’abitato di Thapsos (fine del XV e XIV sec.a.C.)

L’insediamento della prima fase sembra essere costituito prevalentemente da capanne circolari o sub-circolari,disposte qua e la nell’area centrale dell’insediamento,senza apparenti criteri di organizzazione nella zona centrale di esso.La ricostruzione di queste tipolgie abitative è stata possibile sulla base degli elementi restituiti dallo scavo.

Seconda Fase dell’abitato di Thapsos (XIII - XII sec.a.C.)

Nella seconda fase si assiste ad un totale cambiamento nel sistema costruttivo e al sorgere del fenomeno urbano. Alle capanne si sostituiscono autentici complessi edilizi,formati da ambienti rettangolari che si dispongono su tre lati attorno ad una corte centrale acciottolata,sovente servita da un pozzo. Inequivocabile,secondo Giuseppe Voza, l’ascendenza al mondo miceneo di questi organismi architettonici centripeti che sono fiancheggiati da strade,che segnano in maniera coordinata il suolo dell’abitato.

Allo stato attuale delle ricerche questa aggregazione abitativa appare però limitata all’area centrale dell’insediamento,lasciando così presumere che quest’area urbanizzata a se stante fosse un punto strategicamente rilevante,sede di un gruppo preminente nella società thapsiana,quello probabilmente preposto alla gestione dell’attività commerciale del più importante emporio del commercio miceneo in Sicilia.

Ma c’è dell’altro:questa zona strategica dell’insediamento sarebbe stata munita di una poderosa struttura muraria,sinora parzialmente individuata,e che ha posto non pochi interrogativi sul vero significato di questo particolare nucleo dell’abitato.

Terza Fase dell'abitato di Thapsos (XI - IX sec.a.C.)

Nella terza fase la struttura dell’abitato di Thapsos si trasforma sovrapponendosi senza continuità alla precedente;appaiono chiare le interferenze delle strutture murarie e si nota l’interruzione dell’asse stradale;cambia l’orientamento delle costruzioni e mutano perfino le caratteristiche e lo stile delle ceramiche che non sono più legate alla Cultura di Thapsos.Alcune coppe su piede tronco-conico rivelano affinità con materiali della necropoli calabrese di Torregalli;altri manufatti con decorazioni dipinte appaiono simili a quelli presenti sui vasi della Metapiccola di Lentini.

Le importazioni dal mondo egeo si fanno più rare mentre è documentata la presenza di rapporti commerciali con l’isola di Malta, fase avanzata della Cultura di Borg-in-Nadur (nei disegni a lato la tipica ceramica della Cultura di Borg_in_Nadur) e con la Cultura di Bahrija.

Compaiono anche ceramiche con decorazione piumata,attestate sia nella cultura eoliana dell’Ausonio che in quella di Cassibile.Parecchi altri elementi evidenziano l’ampiezza e la vitalità delle attività di scambio nonchè una continuità di vita su Thapsos durata dalla fine del XV al IX sec.a.C.

VIII sec.a.C. -  Epoca della colonizzazione greca della Sicilia

Micenei,ciprioti,maltesi ed altri popoli, ci conducono fin sulle soglie dell’VIII sec.a.C.,epoca in cui avrebbe avuto inizio la colonizzazione greca in Occidente,e,quindi,al sopraggiungere sulla penisola di Magnisi dei coloni megaresi guidati da Lamis che,in seguito,fonderanno Megara Iblea.

Su Thapsos però la presenza dei colonizzatori greci sembra essere appena percettibile e  le scarse tracce greche individuate,relative all’VIII sec.a.C.,non appaiono in rapporto con l’abitato sinora esplorato sulla penisola di Magnisi.A questa terza fase dell’abitato di Thapsos si sovrappongono altri livelli archeologici con sporadici frammenti ceramici o manufatti in bronzo di età ellenistica e bizantina.

 
 


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