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                                Venerdi 22 marzo 2002

Priolo / La scoperta fatta dagli studenti della media

Vittorini in visita nel sito archeologico
Siringhe tra le rovine di Magnisi


Salvo Maccarrone

 

PENISOLA DI MAGNISI

Alcuni studenti della "Vittorini" mostrano la sconcertante "scoperta".

PRIOLO – Gli studenti della scuola media Statale “Elio Vittorini” di Siracusa, scoprono il fascino di una visita della penisola di Magnisi-Thapsos ma anche gli affronti ambientali quotidiani che essa è costretta a subire. Infatti, oltre all'assedio della spazzatura e di materiali inerti ingombranti, che nonostante le tante denunce rimangono al loro posto (tra tombe micenee e villaggio thapsiano) deturpando così l'immagine complessiva del prestigioso sito archeologico, gli studenti hanno scoperto, un fatto che sinora non si era registrato, l'abbandono, accanto alla Torre di Magnisi, di siringhe. A parte questa spiacevole "scoperta", i 45 studenti, accompagnati dagli insegnanti Rosario Lancilla e Salvatore Messina, hanno potuto toccare con mano le straordinarie peculiarità storico-culturali-ambientali della penisola di Magnisi, sito dell'antica citta di Thapsos, fiorita 3.500 anni fa in un periodo compreso tra il XV e il XIII secolo a.C. Questa visita ambientale guidata rientra nei programmi del "Laboratorio di Educazione Ambientale", ideati dall'associazione priolese “Amica Terra” e avviati grazie al contributo della Provincia Regionale di Siracusa, XII Settore Tutela Ambientale. A guidare le due scolaresche di II e II media dell'Ottavo Istituto comprensivo di Siracusa sono stati gli esperti di storia e natura dell'associazione. «In questo meraviglioso laboratorio all'aperto – informa una nota di Aldo Scaravilli, responsabile del settore Beni Culturali e Ambientali dell'associazione "Amica Terra" – gli studenti hanno iniziato a conoscere, innanzitutto, la straordinaria vegetazione che cresce spontanea sopra quel caratteristico mantello vegetale discontinuo, ove in più punti affiora la roccia calcarea. In questo contesto gli studenti, attentissimi, hanno imparato ad effettuare esperimenti e test chimici di rionoscimento della vegetazione e soprattutto dei licheni (una risultanza dell'unione di un'alga e di un fungo) "attaccati" tra le pareti della Torre di Magnisi. «E' stato poi eseguito un ulteriore test – spiega Scaravilli – per far comprendere ai ragazzi come si può separare facilmente il fungo dall'alga, bagnando con dell'acqua il lichene. Subito dopo si è proceduto alla sperimentazione sui ravanelli, ottimi bioindicatori di inquinamento da ozono, determinando la massa su parti della pianta. Proseguendo nel Laboratorio di Educazione Ambientale – aggiunge Scaravilli – ai 45 studenti sono state impartite lezioni di storia, con un bree ma comprensibilissimo excursus storico delle vicende umane che si sono susseguite sulla penisola di Magnisi in 3.500 anni. Quindi i ragazzi sono stati condotti davanti alla zona archeologica della città di Thapsos, nella Torre di Magnisi, e nella necropoli meridionale ove hanno potuto scoprire la bellezza e l'incanto delle tante tombe a grotticella naturale, scavate nel terreno, e la loro conformazione interna caratterizzata da coperture a falsa cupola (tholos)».

PENISOLA DI MAGNISI

Gli studenti della "Vittorini" in foto ricordo sul terrazzo della Torre di Magnisi.

 

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