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Rasiom, Sincat e Marina di Melilli

 

 

Cenni biografici, caratteriali e professionali su Salvatore Gurreri

Salvo Maccarrone

(13 giugno 2006)

        

Avverto i lettori che questi brevi cenni biografici, caratteriali e professionali su Gurreri ottuagenario scaturiscono da una mia conoscenza diretta del personaggio, da episodici frequentazioni della sua abitazione e dal legame di amicizia che si era instaurato nel tempo tra me, lui e la sua compagna, Ercolina Mori (detta “Nila”).

PERMEATO DI QUEL "VERISMO" VERGHIANO

Salvatore Gurreri, di fu Bonaventura e di fu Angela Rustica, nacque il 12 luglio 1908 a Vizzini, città siciliana in provincia di Catania immortalata da Giovanni Verga per alcune delle sue opere memorabili: “La Cavalleria rusticana” e “Mastro don Gesualdo” divenute poi rappresentazioni cinematografiche e televisive di grande successo.
Gurreri sembrava essere permeato da quel tragico verismo verghiano (presente sicuramente nel suo Dna) per quel suo amoroso attaccamento ai valori della propria terra, che lo porteranno a difenderli fino alla morte sfoderando un carattere forte, deciso, prorompente, materializzatosi, forse, dalla “Cunziria”, luogo dove il Verga immaginò il duello tra compare Alfio e compare Turiddu nella Cavalleria rusticana.
Uomo forte sì ma dalla estrema sensibilità e dalla grande timidezza (che riusciva però a celare benissimo), dal suo disperato bisogno di affetto, che trovava , in parte, nella sua dolce compagna ed amica che lui affettuosamente chiamava “Nila”.

 

LEGGEVA MOLTO

Era molto attaccato alla famiglia e, ottuagenario e con una memoria da fare invidia, amava rievocare spesso il suo passato, che si portava dietro. Non scordava amici, nemici, progetti, offese ricevute, episodi belli e brutti. Pur mantenendo il senso del presente viveva di ricordi. Tantissimi. Era alto 1 metro e 59 centimetri; aveva difficoltà uditive e per questo spesse volte lo si vedeva con una protesi acustica. Aveva dei modi garbati, signorili, vestiva con giacca e cravatta. Nonostante l’età avanzata amava leggere e, inforcando con eleganza gli occhiali, si “spolpava” quotidiani e periodici; non era raro vederlo in giro per Priolo, insieme alla sua inseparabile compagna, con le tasche della giacca affollate di carte e giornali arrotolati.

GRANDE RISPETTO VERSO GLI ALTRI
Mi veniva a trovare e mi confidava di avere avuto sempre un grande senso per gli affari e, sostenuto da una dominante ambizione, andava orgoglioso della sua attività imprenditoriale potendo contare sul suo senso di responsabilità, sul rispetto verso gli altri e sulla sua resistenza nell'applicarsi al lavoro. Nella parete del suo piccolo ufficio, ricavato da una stanza della sua abitazione di Marina di Melilli, aveva voluto far campeggiare un quadro che incorniciava la sua filosofia professionale:
“CHI E’ IL CLIENTE?
Il cliente è la persona più importante per me, sia che si presenti personalmente, per lettera o per telefono.
IL CLIENTE non dipende mai da me, ma sono io che dipendo da lui.
IL CLIENTE non è mai un seccatore, non interrompe né il mio lavoro, né il mio riposo, perché egli è quello che mi regge.
Spetta a me ad essergli grato, perché mi onora della visita ed anche perché quello che conta è il fine. IL CLIENTE PER ME E’ LA VITA”.

UN PASSATO RICCO E VARIEGATO
Diceva che, tenacemente, era riuscito a superare anche le peggiori situazioni lavorative raggiungendo soddisfazioni professionali al punto da ricordare frequentemente come “Virzì di Catania mi portava la borsa”. Certo vedere aprirsi un personaggio come Gurreri, a volte scontroso e frequentemente indisposto e diffidente verso chiunque è stato per me motivo di grande successo e di grossa conquista soprattutto quando mi svelava i propri segreti. Amava ricordare di essere stato ex amministratore unico di una ditta fabbricatrice di forni, essiccatoi e macchine per pastifici, oltre che rappresentante di numerose aziende dei più disparati settori a livello nazionale. Aveva anche un passato di ciclista e pilota di aerei. Politicamente andava fiero di essere stato in gioventù tra i fondatori del “Fronte dell’Uomo Qualunque” a Vizzini e di avere avuto esperienze di amministratore pubblico nelle file del partito liberale al Comune di Catania.
Errabondo per motivi di lavoro, girava in lungo e in largo la penisola italiana con ulteriore domicilio a Milano presso la sua compagna. Una attività sicuramente movimentata che richiedeva periodi di riposo.


INNAMORATO FOLLEMENTE DI MARINA DI MELILLI

Nel 1961, ovvero quasi un ventennio prima che nella zona si insediasse lo stabilimento Isab, Gurreri acquistava una casa in riva al mare, con terreno ben recintato, in località Marina di Melilli, frazione del Comune di Melilli. L’immobile, ubicato in via Padova, n.3, era munito di regolare certificato di abitabilità. Era stato costruito su progetto regolarmente approvato sia dalla Commissione Edilizia del Comune di Melilli che dalla Capitaneria di Porto di Siracusa (essendo ubicato sulla fascia costiera).
La zona, adatta a ritemprare il corpo e lo spirito, venne scelta da Gurreri per le bellezze naturali, per la purezza dell’aria e per la pescosità del mare. Vi veniva in villeggiatura quando si liberava dai suoi preponderanti impegni professionali. A pochi passi la spiaggia di “Fondaco Nuovo”, meta preferita dei siracusani e dei catanesi per la finezza della sabbia e per il mare cristallino. Era uno dei tratti più belli e poetici della Sicilia, protetto dai marosi da un’ampia insenatura formata dal golfo sud della Penisola Magnisi (sito dell’antichissima Thapsos, città di ascendenza micenea).
L’intera zona, se fosse stata sapientemente valorizzata sotto il profilo naturale ed archeologico, sarebbe divenuta un’area turisticamente allettante.

 

L'ASI RUPPE IL POETICO INCANTO DI MARINA DI MELILLI
Ma qualcuno (l'Asi, Area sviluppo industriale), segretamente, decideva un futuro diverso per Marina di Melilli. Decisioni che indurranno Salvatore Gurreri a scendere sul piede di guerra per salvare dalla distruzione sia il suo immobile (in regola con tutte le leggi di allora) che la frazione di Melilli. Ma gli abitanti, dopo i primi sussulti di ribellione, rimarranno indolenti facendosi sopraffare da personaggi che, per meri interessi personali, manovreranno le loro paure e le loro angosce.

 

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