La felicità é costellata di sventure evitate (A.Karr).
VIDEO - MELILLI: "PAGGHIAZZATE"
Commenti video a caldo dopo l'infelice azione di sbarramento dell'Auditorium "E.Carta", al fine di non far svolgere una conferenza stampa, organizzata dal Comitato Melillese "No rigassificatore". Alcuni passanti, nell'apprendere l'accaduto, hanno commentato "Pagghiazzate comunali".
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Galleria foto - PRIOLO SOTT'ACQUA dopo un violento acquazzone notturno
Un violento acquazzone notturno del 28 novembre 2007 ha messo in ginocchio la cittadina a vocazione industriale imposta. Alcune immagini dello "sfracello" scattate il 29 novembre 2007 GALLERIA FOTO
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Dopo la "PAGGHIAZZATA" di Melilli - Siracusa, 01 dicembre 2007, ore 10:30 - Conferenza stampa alla quale parteciperanno i componenti del Comitato Melillese "No rigassificatore"
Sabato 01 dicembre 2007, con inizio alle ore 10.30, a Siracusa, presso il Grand Hotel di Via Mazzini si terrà una conferenza stampa alla quale parteciperanno i componenti del Comitato melillese contro il rigassificatore della IonioGas (Erg/Shell).
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COGEMA RADIOATTIVA - All'interno dello stabilimento dell'ex Marina di Melilli si nasconde (dentro un sarcofago) il CESIO 137 uno dei materiali radioattivi più pericolosi delle centrali nucleari in grado di provocare tumori.
Ce l'hanno tenuta ben nascosta questa amara e sconfortante verità così come ci tengono ben celate tantissime altre verità in un'area enormemente satura di pericoli e ove pazzi scatenati vorrebbero costruire un rigassificatore. All'interno dell'ex stabilimento Cogema furono installate ben quattro sorgenti radioattive per effettuare analisi chimiche e misurazioni di livello. Si trattava di una sorgente "Americio Am-Be" e di tre sorgenti "Cesio 137". I testi scientifici ci informano che pochi grammi di Americio, Am-241, emettono radiazione gamma intensa che crea seri problemi di esposizione a chi deve maneggiare l'elemento; Il Cesio 137 invece è uno dei materiali radioattivi più pericolosi delle centrali nucleari in grado di provocare tumori. A seguito del fallimento, e del consequenziale abbandono dello stabilimento, rimasero incoscientemente in loco tali sorgenti radioattive, esposte al pericolo di manomissione da parte di ignoti vandali.