LE ASSURDE BEFFE ITALO-SICILIANE
GLI INDUSTRIALI INQUINANO E PANTALONE (INQUINATO –
AMMALATO E MAZZIATO ) PAGA LA PAZZESCA CIFRA DI
Euro 20.517.698,09 (quasi 50 miliardi di lire)
PER RISANARE I DANNI CAUSATI (in 40 anni) DALL'EX STABILIMENTO
ETERNIT SICILIANA
da
una inchiesta
di Salvo Maccarrone
Dal 1953 al 1993, nell’ex stabilimento “Eternit” sito in
contrada Targia, a sud di Priolo, furono prodotti, in
notevolissima quantità, pericolosissimi manufatti in
cemento amianto. Indagini svolte, al fine di programmare
un intervento di bonifica, fecero scoprire una
agghiacciante realtà fatta di veleni cancerogeni che
condussero alla morte parecchi dipendenti dello
stabilimento, ora dismesso dopo l’eclatante sequestro
giudiziario (giunto però con molto ritardo rispetto alle
segnalazioni di cittadini ammalati). Infatti in 40 anni
di selvaggia attività questo stabilimento, grazie a
complicità diffuse di tipo politico-sindacale –
istituzionale- etc., riuscì ad inquinare, oltre che
l’area di produzione, buona parte della costa
antistante lo stabilimento e un vasto specchio di mare
ove (grazie alla inesistenza di controlli a causa della
brutta usanza dell’abusato e non punito “ricatto
occupazionale” e a cui, industriali senza scrupoli,
fanno ricorso ancora oggi, anno 2008), venne smaltita
una quantità veramente impressionante di amianto
lavorato.
Pertanto l’area dell’intervento di bonifica venne
suddivisa in tre sub-aree:
1
– l’area industriale dell’ex stabilimento “Eternit”;
2
– una striscia di costa;
3
– l’area a mare.
L’area industriale dell’ex stabilimento “Eternit” si
estende per circa 75 mila metri quadrati (7,5 ettari) e
al suo interno furono rinvenute notevoli quantità di
amianto sia allo stato lavorato (o semilavorato) , che
come polveri e fibre in cumuli e/o sacchi, molti dei
quali danneggiati.
Nella striscia di costa, costituita prevalentemente da
scogliera, furono rinvenute notevoli quantità di amianto
“cementato” alla matrice naturale, che sottoposto al
continui cicli di bagnatura/asciugatura (pioggia/sole),
disperdeva fibre di amianto nell’ambiente circostante
rendendo insalubre buona parte di contrada Targia.
L’area a mare invece, sottoposta a video-ispezione, era
divenuta luogo privilegiato di scarico illegale e
fraudolento di notevoli cumuli di amianto lavorato che,
in occasione di mareggiate, veniva spiaggiato e poi
disperso nell’ambiente. Qui fino a pochi anni orsono,
secondo quanto ci hanno riferito persone che conoscono
bene la zona, addirittura si praticava
(incoscientemente) la pesca e ci si faceva pure il
bagno.
Tutta questa zona, nota quale contrada Targia,
attualmente sembra
essere il regno dell’”Horror” abbandonata com’è sia
dagli industriali (che l’hanno colonizzata) che dal
Comune di Siracusa (che ormai, in maniera nefasta,
sembra non rivolgergli più attenzioni).
Questo posto, così conciato, sembra appartenere a
qualche altro continente: invece si trova a pochi minuti
di cammino da Priolo, Belvedere, Siracusa, Augusta,
Melilli.
Questa contrada Targia ubicata a nord di Siracusa in
passato è stata feudo della famiglia nobiliare degli
Arezzo della Targia oltre che luogo di coltivazioni,
abitata da contadini. Con l'industrializzazione
selvaggia dell'area limitrofa, la contrada ha perso la
sua funzione originaria. Oggi infatti è urbanizzata da
molteplici attività commerciali e caotiche postazioni
industriali. Proprio la presenza di produzioni
inquinanti, non ha mai favorito un'edilizia
residenziale. Per coloro che non lo sapessero in questa
area derelitta ricade l'area archeologica di
Stentinello, uno dei più antichi insediamenti
preistorici, scoperti da Paolo Orsi. Nella contrada,
quasi attaccata all’ex stabilimento “Eternit Siciliana”
(parte ovest) è presente pure una stazione dei treni.
Le foto, risalenti al mese di marzo 2008, ci fanno
vedere l’ex stabilimento “Eternit” dopo gli interventi
di bonifica.
Di seguito gli interventi realizzati:
la rimozione e lo smaltimento di tutte le coperture e di
tutte le partizioni orizzontali e verticali realizzate
in cemento-amianto (eternit);
la rimozione e lo smaltimento di tutti i pilastri
realizzati con camicia di amianto;
la rimozione e lo smaltimento di tutta una serie di
sacchi e cumuli contenenti amianto in polvere situati
sia all’interno che all’esterno dei fabbricati;
la rimozione e lo smaltimento di tutti i residui di
lavorazione in amianto cementati nelle apparecchiature
industriali;
la rimozione e lo smaltimento della coibentazione di
tubazioni;
la rimozione e lo smaltimento di tutte le altre
tipologie di rifiuti presenti nell’area;
la messa in sicurezza del terreno (inquinato nel corso
del tempo dal deposito di “sfridi di cemento amianto”)
mediante la sua copertura con apposite tecniche di
impermeabilizzazione.
Da informazioni ufficiali da noi assunte, abbiamo
appreso che il costo di tutte queste operazioni di
bonifica dell’ex stabilimento “Eternit Siciliana” ,
pagate, ovviamente come sempre, con i soldi di noi
contribuenti, compresi di quelli delle famiglie che
hanno subito morti per tumori, ammonta alla pazzesca
cifra di Euro 20.517.698,09 (quasi 50 miliardi di lire).
Dalle tabelle da noi consultate si evince che il costo
di intervento della “MISE” è stato così suddiviso:
1
– area industriale dell’ex stabilimento “Eternit”:
Euro
1.652.078,67;
2
– striscia di costa, area scogliera:
Euro 7.106.486,92;
3
– area a
mare:
Euro 11.759.123,50
Salvo Maccarrone, 22 marzo 2008
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