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In questa Masseria, malinconicamente relegata ad una sorta di purgatorio, vi aleggiano i fantasmi dell'indifferenza e dell'inefficienza. Ogni sua pietra, testimonianza di un brillante passato rurale, sembra essere stata annientata da un difficile presente.
Eppure queste sue pietre, oggi in crisi di identità, se inquadrate in una loro propria prospettiva storica, avrebbero molto da raccontare di una popolazione contadina di grande laboriosità. Sotto questo aspetto la Masseria Gargallo riveste, quindi, una particolare importanza per Priolo, di cui è uno dei grandi emblemi.
Le amministrazioni municipali che si sono succedute dal 1979 e fino al 2007 (anno in cui venne acquistata da Tommaso Gargallo)hanno tentato in vario modo di ridargli dignità, prevedendone l'acquisizione (attraverso fondi comunali e regionali), la ristrutturazione e, infine, la trasformazione dei locali del caseggiato ex nobiliare in sale di incontro, auditorium, biblioteca, emeroteca (ovvero sala lettura e consultazione di giornali quotidiani e periodici), videoteca e un'apposita sala destinata alla esposizione di reperti archeologici portati alla luce nel territorio di Priolo.
Ma nonostante il suo inserimento nei vari Piani triennali delle Opere Pubbliche che si intendevano realizzare nel Comune di Priolo, la Masseria Gargallo non beneficiò di alcun tipo di risanamento.
Un antico documento ci mostra l'ambizioso progetto dei Gargallo che poi non venne realizzato.
Piccola galleria fotografica in flash per capire quale è l'aspetto attuale di questo complesso architettonico.