PER NON DIMENTICARE IL 30 APRILE
2006
Priolo, incendio Ergmed: perché sono
stati tutti assolti
“Mancano
le responsabilità soggettive”,
mentre sono “insufficienti le
mansioni per provare le
responsabilità”. Queste alcune delle
motivazioni che il giudice
monocratico Montoneri ha indicato
nelle 138 pagine in cui ha spiegato
il significato della sentenza di
assoluzione nei confronti di undici
fra dirigenti e tecnici, finiti sul
banco degli imputati per l’incendio
alla Ergmed Nord di Priolo, avvenuto
dal 30 aprile al 2 maggio 2006.
Il giudice ha mandato assolti
Antonio Amato di 62 anni, Felice
Ceccaroni (nel frattempo deceduto),
Carmelo Floresta di 54, Francesco
Nicolosi di 54, Massimo Dicembre di
41, Alessandro La Civita di 42,
Umberto Bellistri di 65, Pasquale
Munno di 60, Isidoro Barbagallo di
71, Modestino Colarusso di 47 e
Filippo Anastasi di 47 (difesi dagli
avvocati Lorenzo Acquarone, Massimo
Milazzo, Giovanni Grasso, Delfino
Siracusano, Alfonso Stile, Nicola
Mezzacuva).
Gli
imputati a vario titolo dovevano
rispondere di incendio e di delitto
colposo di danno. Nella corposa
motivazione, il giudice monocratico
del tribunale di Siracusa sottolinea
come i consulenti tecnici del
pubblico ministero (il quale ha
rinunciato a citare in aula ben 52
testi) “non hanno retto al fuoco
incrociato delle domande” della
difesa. Sono emerse “contraddizioni
in più punti sulle valutazioni
conclusive”, mentre “la relazione
tecnica presenta criticità”.
“Deficienze e carenze confluite
nelle imputazioni” che “non
richiamano leggi, regolamenti,
ordini o discipline”.
L’impalcatura accusatoria poggiava
proprio sulla relazione dei
consulenti tecnici. In particolare,
il rappresentante della pubblica
accusa imputava ad Anastasi,
dirigente generale dello
stabilimento Ergmed di Priolo,
Barbagallo e Colarusso, direttori
della raffineria dal 1998 al 2001;
Amato e Ceccaroni, dirigenti Ergmed;
Floresta, quadro dirigente, Nicolosi,
dirigente per l’esecuzione dei
lavori, il fatto di non avere
effettuato adeguatamente lavori di
manutenzione all’impianto, da cui
poi si verificò la fuoriuscita di
greggio e quindi l’incendio, vecchio
di 40 anni. Gli stessi dirigenti non
sarebbero nemmeno intervenuti per la
manutenzione ordinaria e
straordinaria al sottopasso sulla
strada statale 114, dove, a giudizio
della Procura, si sarebbe sviluppato
il focolaio d’incendio. E proprio
per i mancati interventi al
sottopasso dovevano rispondere anche
Dicembre, dipendente della Erg
Mediterranée, direzione attività
ispettive; La Civita, dirigente
addetto alla sicurezza. Ma proprio
su quel sottopasso si sofferma
l’attenzione del giudice: “Il
sottopasso – è scritto nelle
motivazioni – era soltanto
indirettamente coinvolto
nell’evento”, per cui “cadono le
contestazioni sulla manutenzione”.
In definitiva, il giudice Montoneri
sostiene che l’incendio avvenuto
allo stabilimento Ergmed di Priolo
otto anni fa era imprevedibile e
come tale “qualunque comportamento
non avrebbe inciso sulla sequenza
casuale dell’evento”.
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